Luciana Littizzetto
Le frasi più belle di Luciana Littizzetto
Luciana LittizzettoVivere da cicala e trovarsi un marito formica che lavori per te.
Luciana LittizzettoIl bacio che ti fa vedere gli universi stellati, i cavalli al galoppo, le sfere celesti, tutte cose aeree ed eteree mentre dal basso senti qualcosa di meno etereo che si risveglia.
Luciana LittizzettoIo lo so come sono fatti i maschi. Già il terzo giorno di ferie vanno in paranoia perché non sanno cosa fare. Bamblinano in pigiama avanti e indietro senza combinare un tubo. Figurarsi quando vanno in pensione.
Luciana LittizzettoMa quali rose rosse, ma quali bouquet di mammole?! Date retta a me: mazzi di scarpe. Questo è il desiderio inconfessabile di ogni femmina.
Luciana LittizzettoQuando una donna sta male, cosa fa? Va dal parrucchiere. Prima ancora che dall’analista. Mette quel che ha di più vuoto tra le mani del coiffeur e si abbandona fiduciosa.
Luciana LittizzettoFar durare l'abbronzatura. Conservarsi nere nere come suore cadute nel catrame. Se è il caso, riappiccicandosi le pellette morte una per una col Vinavil.
Luciana LittizzettoIl telefono cellulare è l’unica cosa che gli uomini sono fieri di avere piccolo.
Luciana LittizzettoMa quali fasci di rose rosse, ma quali bouquet di mammole!? Date retta a me: mazzi di scarpe. Questo è il desiderio inconfessabile di ogni donna!
Luciana LittizzettoImbecilli si nasce o si diventa? Chissà. Una cosa è certa. Qualcuno parte già avvantaggiato.
Luciana LittizzettoQuelli che lavorano alla radio o in tv, non hanno niente da dire però lo dicono in inglese.
Luciana LittizzettoMeglio che mi fidanzi col mio albero di natale. Sembra essere l'unico ad avere le palle.
Luciana LittizzettoSon tornati i vacanzieri delle ferie troppo intelligenti. Quelli che allo sbocciar della prima primula veleggiano verso mete lontane godendosi poi la canicola d'agosto inchiodati alle scrivanie.
Luciana LittizzettoLa sfiga è come l’idraulico. Sembra non arrivare ma prima o poi suona alla porta.
Luciana LittizzettoDiciamocelo. Quando son finite le ferie avremmo proprio bisogno di qualche giorno di vacanza.
Luciana LittizzettoI malesseri, i maschi, li sfondano. Trentanove di febbre e vedono già i ragni giganti camminare sulle pareti, sentono le voci dei profeti. Due linee di febbre e ritornano indietro di quarant’anni, e vogliono la mamma. Si spiaggiano sul divano e ogni tanto: “Ehhhhh...”. Emettono un lamento come se stessero tirando le cuoia, con l’occhio che dice: “Chiama il prete”. Deboli come Violetta nella Traviata un attimo prima che la tubercolosi se la porti via.