Renato Amoroso

Buona fortuna, signora Malena.

Ancora oggi è lei l’unica che non ho mai dimenticato, Malena.

D’ora in poi ci sarò io al vostro fianco, per sempre, ve lo premetto. Datemi solo il tempo di crescere.

Credetemi, la signora Malena è stata una moglie fedelissima. Ha amato solo voi. Questa è la pura verità.

In paese ci sono tante malelingue che sparlano sempre di voi e dicono che avete un amante segreto. Ma io so che non è così.

Ma come è quella bella, romantica… ma l’amore no, l’amore mio non può…

Signora Malena, questo mio cuore tutto di fuoco, vi ha scritto lettere e lettere, e se non ha mai avuto il coraggio di mandarvele, è stato solo per non arrecarvi danno. Perdonatemi perciò se oggi oserò spedirvi questa.

Dopo vostro marito il solo uomo della vostra vita sono io.

L’ultima volta che l’ho vista era sul treno per Messina, buona fortuna.

Pedalavo come se fuggissi. E in realtà fuggivo da lei, da quelle emozioni, dai sogni, dai ricordi, da tutto.

Il mio amore per voi più è lontano, più è grande.

Io mi vergogno a portare i pantaloni corti!

Signora Malena, qualcuno più bravo di me ha scritto che l’amore vero è solo quello non corrisposto. Ora capisco perché.

Come farà la vostra pelle bianca e liscia a strisciare sotto il sudore di un vecchio che non fa mai un passo senza quella bigotta di sua madre?

Avevo 12 anni e mezzo, e fu un giorno di fine primavera del 1940, quando la vidi per la prima volta. Lo ricordo benissimo perché quel pomeriggio mentre Mussolini dichiarava guerra a Francia e Gran Bretagna io ebbi la mia prima bicicletta.

Non vi dovete dispiacere se nessuno vuole parlarvi, è meglio così. Quello che si sente dire in giro sono solo cattiverie.