Io sono là, dove è sempre stato l’uomo, viaggiatore vincente del suo dolore, nel teatro dove non recita, ma vive le parole.
Ma tu non cambiare, resta sempre te, con le tue insicurezze e le tue fragilità.
Nel disordinato ordine in cui si presentano i colori, o c’è una trama che l’anima sa leggere o c’è il nulla.
Così è la disperazione, come una preghiera senza destinatario.