Felicità raggiunta, si cammina per te sul fil di lama. Agli occhi sei barlume che vacilla, al piede, teso ghiaccio che s’incrina; e dunque non ti tocchi chi più t’ama.
La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta il tedio dell’inverno sulle case, la luce si fa avara, amara l’anima.
L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi: noi ti pensiamo come un’alga, un ciottolo, come un’equorea creatura che la salsedine non intacca ma torna al lito più pura.
Occorrono troppe vite per farne una.