O conchiglia marina, figlia della pietra e del mare biancheggiante, tu meravigli la mente dei fanciulli.
Ti cammino sul cuore, ed è un trovarsi d’astri in arcipelaghi insonni, notte, fraterni a me fossile emerso da uno stanco flutto.
Isole che ho abitato verdi su mari immobili. D’alghe arse, di fossili marini e spiagge ove corrono in amore cavalli di luna e di vulcani.
Ancora un verde fiume mi rapina e concordia d’erbe e pioppi, ove s’oblia lume di neve morta.