Bianca ape ronzi, ebbra di miele, nella mia anima e ti pieghi in lente spirali di fumo.
Ancora non se n’è andato l’inverno, e il melo appare trasformato d’improvviso in cascata di stelle odorose.
È che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
Ospitami nella sera di filo, quando l’imbrunire lavora il suo vestiario e palpita nel cielo una stella piena di vento.