Non ho più odio per l’aprile, per gli aprili lontani in cui come nel fondo di bambagie d’averno e di dati stillati da inessenza ad ogni sofferenza risuggevo un pur volatile volubile senso.
È per te che la gioia dei paesi. Liberamente va imitando I tuoi semplici atti; e per te questa terra non è che un mite minuto satellite che ben sa dove si dirige.
Esaminare dunque, e poi avanti; esamino, al futuro, il futuro e rido con Dante nel sereno che non si turba mai.