È che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
Era verde il silenzio, bagnata era la luce, tremava il mese di giugno come farfalla.
Ospitami nella sera di filo, quando l’imbrunire lavora il suo vestiario e palpita nel cielo una stella piena di vento.
Bianca ape ronzi, ebbra di miele, nella mia anima e ti pieghi in lente spirali di fumo.