Anima mia, dammi nei tuoi baci l’acqua salubre di questi mesi, il miele del territorio, la fragranza bagnata da mille labbra del cielo, la pazienza sacra del mare nell’inverno.
Era verde il silenzio, bagnata era la luce, tremava il mese di giugno come farfalla.
È che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
Sempre, sempre ti allontani nelle sere là dove corre il crepuscolo cancellando statue.