Amo te che mi ascolti e la mia buona carta lasciata al fine del mio gioco.
Dalla stanza vicina ascolto care voci nel letto dove il sonno accolgo. Per l’aperta finestra un lume brilla, lontano, in cima al colle, chi sa dove. Qui ti stringo al mio cuore, amore mio, morto a me da infiniti anni oramai.
Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.