Bianca ape ronzi, ebbra di miele, nella mia anima e ti pieghi in lente spirali di fumo.
È che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.
Sempre, sempre ti allontani nelle sere là dove corre il crepuscolo cancellando statue.
Ospitami nella sera di filo, quando l’imbrunire lavora il suo vestiario e palpita nel cielo una stella piena di vento.