Era verde il silenzio, bagnata era la luce, tremava il mese di giugno come farfalla.
Sempre, sempre ti allontani nelle sere là dove corre il crepuscolo cancellando statue.
Ospitami nella sera di filo, quando l’imbrunire lavora il suo vestiario e palpita nel cielo una stella piena di vento.
È che dietro le cose ci sei tu, Primavera, che incominci a scrivere nell’umidità, con dita di bambina giocherellona, il delirante alfabeto del tempo che ritorna.