Vorrei renderti visita nei tuoi regni longinqui o tu che sempre fida ritorni alla mia stanza dai cieli, luna.
Esaminare dunque, e poi avanti; esamino, al futuro, il futuro e rido con Dante nel sereno che non si turba mai.
Non ho più odio per l’aprile, per gli aprili lontani in cui come nel fondo di bambagie d’averno e di dati stillati da inessenza ad ogni sofferenza risuggevo un pur volatile volubile senso.