La fine di Ant-Man, un viaggio a fumetti nel passato del supereroe

di Lorenzo Bianchi

A quarant'anni dalla loro pubblicazione, le avventure del supereroe apparse su Marvel Feature arrivano in Italia raccolte in volume. La nostra recensione di La fine di Ant-Man.

Dopo aver combattuto il crimine per circa dici anni alternando diverse identità segrete, Hank Pym è tornato alla sua professione originale, il chimico, e non è più intenzionato a vestire i panni del supereroe.

Il rapimento del figlio di un collega di vecchia data lo spinge a trasformarsi un'ultima volta nel minuscolo Ant-Man, venendo però infettato da un virus che gli impedisce di tornare alle sue reali dimensioni.

La ricerca di un antidoto che possa sovvertire questa condizione è la premessa al centro di La fine di Ant-Man, il volume della linea Marvel History che Panini Comics porta in libreria in occasione dell'uscita nelle sale italiane di Ant-Man and the Wasp, il nuovo cinecomic del Marvel Studios con protagonisti Paul Rudd e Evangeline Lilly.

Il cartonato raccoglie alcune avventure classiche del supereroe originariamente pubblicate sui numeri 4-10 di Marvel Feature, una serie creata agli inizi degli anni '70 con l'obiettivo di sondare la popolarità di personaggi che al tempo non godevano di una propria testata personale.

Queste storie, che ci mostrano un'ulteriore versione del più famoso alter ego di Hank Pym (a metà tra uno spadaccino e un omaggio al Flash Gordon di Alex Raymond, almeno per quanto riguarda il costume), sono una lettura piacevole ma non essenziale, contraddistinta da una prosa piuttosto datata e didascalica che potrebbe far storcere il naso ai lettori più giovani.

Ispirandosi al cult fantascientifico del 1957 Radiazioni BX: distruzione uomo (The Incredible Shrinking Man), lo scrittore Mike Friedrich imbastisce una trama in cui il protagonista si trova a convivere con una delle sue più grandi paure, ovvero quella di restare permanente piccolo come una formica.

Benché non estremamente brillante dal punto di vista dell'originalità, quest'avventura di Ant-Man ha il pregio di racchiudere al suo interno la maggior parte dei tratti distintivi del personaggio: dal cambio di dimensione a quello di identità, dal rapporto con la moglie Wasp fino alla presenza di antagonisti storici come Testa d'Uovo e di un robot ribelle che riporta subito alla mente la più famosa creazione di Pym, l'androide Ultron.

Le prime pagine di La fine di Ant-ManMarvel Comics
Il passato e le origini di Hank Pym riassunti nelle prime pagine di La fine di Ant-Man

I disegni, nei primi due capitoli di Herb Trimpe e in quelli successivi di P. Craig Russell, sono contraddistinti dal tratto classico della Silver Age dei comics americani, ma sono privi di quella forza espressiva di cui Marvel ha fatto un grande sfoggio in quegli anni (si pensi ai lavori di Jack Kirby, Jim Steranko o Steve Ditko).

L'edizione Panini Comics di La fine di Ant-Man, cartonata e dal costo di 16 euro, oltre alla storia a fumetti contiene un'introduzione dello scrittore Mike Friedrich e una piccola gallery con il finale esteso a matita dell'ultimo capitolo.

VOTO6 / 10

Una classica avventura a fumetti di Ant-Man in grado di cogliere bene i principali tratti distintivi del supereroe senza però riuscire a lasciare il segno.