Splatter e follia si uniscono in uno dei manga più assurdi e rivoluzionari di sempre, finalmente concluso dopo ben 20 anni di lavorazione.
Dorohedoro è troppo assurdo, troppo strano, troppo sporco. Miscela insieme una grande quantità di cose diverse in modo che stonino talmente tanto l'una con l'altra da creare qualcosa di assolutamente unico in tutto il panorama manga giapponese. È un manga classico, anche se poco conosciuto, ma che merita assolutamente di essere letto da chiunque ami una buona storia e un design davvero fuori dagli schemi.
Q Hayashida, l'autrice dietro i 23 volumi di Dorohedoro, ha impiegato ben 20 anni per portare a termine la sua opera. Una colossale catasta di assurdità, morte e magia capace però di delineare un mondo funzionale, ricco di personaggi interessanti e che faticano ad avere una testa umana.
Chi è l'uomo nella lucertola?
Cayman è uno sfortunato abitante di Hole che non ricorda per quale motivo ha una testa che assomiglia a quella di un grosso lucertolone. I suoi ultimi ricordi sono legati a un vicolo della città e ad uno strano uomo che lo spiava dal fondo di esso. Come se questo non bastasse c'è un uomo che vive dentro la sua bocca. Cayman non sa chi sia ma sicuramente ha a che fare con qualche strana e potente magia. Hole è infatti il territorio di allenamento dei maghi, che usano gli abitanti per testare le loro magie di mutazione.
Proprio per questo motivo Cayman ha deciso di chiedere il perché della sua situazione ad ogni mago che appare dalle misteriose Porte nella città di Hole. Peccato però per i maghi che Cayman, e la sua amica Nikaido, non ci vadano leggeri con le domande e spesso finiscono per ammazzare qualsiasi mago che incontrano sul loro cammino. Sulle sue tracce si è però messo anche En e la sua congrega che sembra avere più di un motivo per scoprire cosa è successo al povero Cayman.
Assurdità visiva
Come se la trama non fosse già abbastanza folle, a rendere ancora più assurdo il mondo di Dorohedoro ci pensano i pennini e il character design della sua creatrice che delineano un mondo magico fatto di esseri umani mascherati e animali antropomorfi davvero fuori dagli schemi. Ogni cosa in Dorohedoro è infatti disegnata con un'enfasi estrema sui dettagli fisici e sulla muscolatura dei personaggi. Il cambiamento del corpo è un concetto fondamentale in e in ogni volume non c'è personaggio che non venga ferito, tagliato, sfigurato, deformato, trasformato e riportate alla normalità grazie al fumo, la magia che nasce dal corpo stesso degli stregoni e che viene espulsa dalla bocca o dalle dita.
Le trasformazioni subite dal corpo però rispecchiano anche le location: Hole è infatti un luogo in continuo cambiamento, una città grigia e piovosa, sempre sporca e piena di tubi esposti ovunque, tunnel squallidi, gang di quartiere miste a scienziati pazzi che si spacciano per dottori. Ogni elemento presente cozza con quello vicino, creando una dissonanza visiva che disturba e allo stesso tempo attrae e crea un design mai visto prima in un manga. A questo si unisce il tratto di Hayashida che unisce alla sua follia visionaria un tratto oscuro come quello di Tsutomu Nihei (Blame!) e potente come quello di Kentaro Miura (Berserk).
Una storia immensa ricca di dettagli
Come detto in apertura Hayashida ha impiegato 20 anni per terminare Dorohedoro, facendo uscire quasi un volume all'anno, perfezionando ogni singolo anfratto di Hole. Poteva prendere la via semplice e portare il lettore direttamente alla conclusione, terminando l'opera in un totale di neanche 10 volumi, ma la forza che contraddistingue il manga sarebbe scomparsa. Come in ogni suo altro aspetto, infatti, Dorohedoro è un collage di storie apparentemente senza senso dove avventure e ricerche assurde per qualsiasi persona sana di mente diventano questioni di vita o di morte per i personaggi. Un universo di microstorie che interrompe forse troppo spesso la narrazione principale, ma porta il lettore a scoprire sempre nuovi risvolti inaspettati, soprattutto sui personaggi.
Questi ultimi vengono infatti dipinti con precise personalità ricche di vizi, passioni, manie, modi di fare, di approcciarsi, di vivere. Nonostante abbiano la testa da teschi, lucertole, insetti, funghi o polli arrosto sono personaggi autentici con tutte quelle imperfezioni che li rendono reali. Ognuno estremamente interessante da scoprire con i propri trascorsi che bene o male si legano alla vicenda centrale di Cayman. Nonostante le diversità però ad unirli rimane il rosso filo conduttore da cui nessuno di loro sembra volersi slegare: quello denso e viscoso che sgorga a fiumi dalla violenza.
Infine, anche se la storia di Dorohedoro disegna schemi da cui poi puntualmente va fuori, sa istigare nel lettore la curiosità giusta per divorare ogni pagina e che affonda le sue radici nel mistery, facendo emergere una verità che alla fine non è nemmeno così assurda.
Un viaggio psichedelico nella follia più totale in cui non manca però un grande mistero da svelare e dei personaggi tanto assurdi quanto reali. Difficilmente riuscirete a smettere di leggerlo.