La stella della Senna: recensione del manga tratto dalla serie Il tulipano nero
di Giulia GrecoDopo il successo de Le Rose di Versailles, il Giappone ci ha riprovato con La stella della Senna, ma il risultato non è dei migliori.
Tra il 1972 e il 1973 sulla rivista Shukan Margaret veniva serializzata uno dei racconti manga di maggior successo. Si trattava de Le rose di Versailles, l'opera di Riyoko Ikeda che aveva dato vita alla straordinaria Lady Oscar François de Jarjayes. La fama del manga aveva attirato le attenzioni dello studio d'animazione Sunrise, che non riuscì, tuttavia, ad acquisirne i diritti. La serie televisiva di Lady Oscar vide infatti la luce solo nel 1979, prodotta da Tokyo Movie Shinsha.
Così, Sunrise decise di sfruttare il budget a disposizione per la creazione di una serie originale, a tutti gli effetti erede de Le rose di Versailles. Così nacque La stella della Senna, una storia di cappa e spada ambientata nella Francia pre-rivoluzionaria, in Italia nota col titolo Il tulipano nero.
Ancora una volta, protagonista della storia era una giovane ragazza che non vestiva abiti da nobildonna, ma portava al fianco una spada.
La serie animata di Mitsuru Kaneko fu trasposta in manga nel 1975, ma solo di recente, nell'ottobre del 2018, la versione cartacea della storia è arrivata in Italia, edita da J-Pop in un box da collezione.
La trama dell'opera
Ambientata nella Parigi del tardo Settecento, la storia segue le vicende di Simone Lorène, una giovane fioraia che vive nell’Île de la Cité, ai confini con la Senna. Graziosa e gentile, Simone assiste inerme ai soprusi della nobiltà francese ai danni dei più poveri. Qualcosa cambia quando Simone fa la conoscenza del duca de Forge, che sembra essere a conoscenza un segreto che la riguarda e le impartisce delle lezioni affinché impari a difendersi e a divenire una paladina della giustizia.
Così, insieme al Tulipano Nero, un giustiziere mascherato che combatte per la libertà, Simone promette di usare le sue nuove abilità per difendere chiunque abbia bisogno di un eroe che si batta per lui.
Una storia incompiuta
Pur se nata con l'idea di cavalcare l'onda del successo de Le rose di Versailles, La stella della Senna andò incontro a un destino molto diverso.
L'anime di Kaneko riuscì a conquistare un pubblico prevalentemente di nicchia. Creare un'opera originale, senza il supporto di una fanbase che già conosceva l'opera (come solitamente accade con le serie animate tratte da manga), e per di più con un'ambientazione occidentale rappresentava una sfida difficile da superare.
Nonostante le difficoltà, l'anime arrivò a una conclusione con il trentanovesimo episodio e venne poi interrotta.
Secondo quanto leggiamo nella postfazione di Kaneko all'edizione da collezione del manga, La stella della Senna non offriva una varietà di materiale tale da prolungarne la durata. Così, con la cancellazione della serie animata, si concluse anche l'opera cartacea disegnata da Asuka Morimura che, tuttavia, non era ancora arrivata a coprire tutta la storia di Simone Lorène alias la Stella della Senna.
Ma come prosegue la storia di Simone? Chi ha letto solo il manga senza mai vedere gli episodi della serie animata si trova di fronte a un finale che definire brusco sarebbe un eufemismo. Simone avrebbe avuto ancora tanto sa raccontare, la ragazza avrebbe dovuto riprendere a indossare la maschera della Stella della Senna (un travestimento che aveva smesso dopo l'esilio dell'amato Robert de Forge) e portare in salvo Louis Charles, figlio della regina Maria Antonietta, allontanandosi da Parigi con il piccolo prima di incontrare nuovamente sulla sua strada il duca Robert de Forge/il Tulipano Nero.
Il pregio del manga
Se rivedere l'anima oggi potrebbe risultare un'esperienza straniante, diversa è la reazione alla tavole di Asuka Morimura. L'artista giapponese è riuscita a dare lustro a una storia che sullo schermo non riusciva ad apparire troppo appetibile.
Pur avendo compiuto quarantacinque anni, il tratto del disegno di Morimura risulta tutt'oggi affascinante, probabilmente perché ricorda da vicino quello di altre mangaka che, negli stessi anni, hanno contribuito alla produzione di alcuni tra gli shojo manga più apprezzati di sempre. Impossibile non ritrovare in Morimura l'influenza della già citata Riyoko Ikeda o persino di Keiko Takemiya.
Se dal punto di vista prettamente grafico il manga può essere apprezzato ancora oggi, non può dirsi lo stesso se cambiamo prospettiva e ci accingiamo ad analizzare il fumetto da quello della caratterizzazione dei personaggi o dello sviluppo della storia.
Al di là delle numerose inesattezze storiche, volute o meno, non possiamo fare a meno di considerare La stella della Senna un prodotto figlio dei suoi anni, caratterizzato da poca introspezione e un ritmo eccessivamente serrato.
Nonostante i difetti, La stella della Senna ha il merito di essere stato un anime e manga che, in un periodo in cui l'emancipazione femminile non era certo data per scontata, ha fatto innamorare centinaia di bambine di un modello di donna da emulare, una ragazza che sa reagire alle ingiustizie, sceglie di combattere contro i suoi oppressori e si trasforma in un'eroina.
Nonostante i difetti, l’opera di Kaneko e Morimura, non deve mancare nella libreria di ogni collezionista, soprattutto in quella degli appassionati di Lady Oscar e della Rivoluzione francese.