È possibile ambientare un fantathriller nel Terzo Reich senza sensazionalismi? Ci prova Tsutomu Takahashi con NeuN
di Elisa GiudiciCon NeuN il mangaka Tsutomu Takahashi affronta l'opera della maturità, ambientando un thriller fanta-storico sotto la brutale dittatura del Terzo Reich. L'operazione vale il rischio?
Che Neun sia esplosivo lo si capisce dal fatto che arriva in fumetteria e negli store online con un ragazzo in divisa da SS in copertina, la svastica coperta dal suo profilo per evitare problemi ai giornalisti che parleranno del titolo. Google e affini non ci vanno leggeri in merito e hanno filtri molto efficaci per tentare di bloccare ogni contenuto inneggiante al nazismo.
NeuN però ha come scopo dichiarato quello di raccontarne gli orrori, la violenza, la brutalità nel suo periodo di massimo splendore. È il 1940, il führer governa col pugno di ferro la Germania, promettendo alla popolazione di proteggere ogni tedesco nell'abbraccio patrio del suo partito, della sua leadership. Quella raccontata dall'autore è una Germania cupa, sguardo basso e vita umile, ovunque adombrata dalla presenza imperante delle divise nere delle SS.
La trama di NeuN
Seppur a sfondo storico, NeuN è un manga con una spiccata componente fantascientifica e il passo da thriller storico. Il titolo gioca con la fascinazione nazista (storicamente accurata e poi coltivata e ampliata da romanzi, film e innumerevoli leggende metropolitane)per l'eugenetica. L'uomo e la donna ariani perfetti, inseguiti dai vertici dei Reich. L'autore si spinge un po' più in là e immagina una scienza tedesca così all'avanguardia da riuscire a creare 13 cloni del führer Adolf Hitler, o per meglio dire, 13 bambini il cui corredo genetico è stato creato a partire da quello del leader tedesco.
Come suggerisce il nome, Neun è il bambino numero nove della sequenza di esperimenti. Il ragazzino è impacciato, insicuro, estremamente sensibile. Non avrebbe una sola chance di sopravvivenza, se non fosse che al suo fianco qualcuno ha posto un guardiano e protettore. Theo Becker è un glaciale wand (lett. muro, barriera), uno spietato killer posto a protezione del ragazzino, pronto a morire o a farsi da parte solo per diretto ordine di Hitler.
Le vicende del manga si aprono con l'ordine di uccidere dodici dei tredici ragazzini imparentati col führer, nell'operazione 12 feld. La metà dei ragazzi però riesce a scappare, scortata e protetta dai propri wand. Neun è uno di questi e si ritrova a fuggire per una Germania in pieno fermento bellico, popolata da spie e delatori, con al proprio fianco un protettore che non manca mai di sottolineare che il suo compito è quello di proteggerlo e tenerlo vivo, nulla più.
Non sarebbe una storia sulla Germania nazista (vera e immaginaria) senza il dottore sadico di turno, il Dr. U, già sulle tracce dei fuggitivi per offrir loro una terribile morte. Neun e Theo troveranno sul loro cammino altri ragazzi col "sangue maledetto" e altri wand, con cui decidere se allearsi o meno, per tentare di sfuggire alla sentenza emessa nei loro confronti dal tredicesimo di loro.
Perché fare un manga sul nazismo?
Quella di J-Pop è una scelta sicuramente coraggiosa: il tema del nazismo è sempre delicato e richiede qualche accortezza in più in Italia rispetto al Giappone, dove il manga di Tsutomu Takahashi si è concluso al sesto volume, pubblicato da un gigante editoriale come Kōdansha.
Il punto di vista della casa editrice italiana è stato spiegato da Georgia Cocchi Pontalti, la marketing manager di J-Pop manga:
NeuN è sì una storia di fantasia, ma racconta, attraverso gli occhi del giovane Franz Neun e della sua guardia del corpo Theo Becker in fuga dalle SS, gli orrori reali accaduti in Germania, e non solo, che hanno sconvolto il Mondo intero.
Chi scrive nutre qualche perplessità sulla riuscita dell'operazione, almeno per quanto riguarda il primo volume. Che Tsutomu Takahashi non abbia l'intenzione di ammantare il periodo dei Reich di una qualsivoglia patina di glamour, sentimentalismo o addirittura nostalgia è palese. NeuN racconta una nazione pericolosa, violenta, preda di una gerarchia che non ha rispetto per la vita umana.
Il lato meno convincente è però quello dell'introduzione del fantathriller che architetta l'autore. Oltre a pescare a piene mani in un certo cliché del nazismo dalla scienza e mistica occulta, incappa nel rischio che affronta ogni narrazione inventata inserita in questo particolare contesto storico: quello di finire per banalizzare la violenza nazista, equiparandola e mescolanda a villain immaginari.
Non è un'operazione sempre destinata ad essere fallimentare, anzi: esistono prove in questo senso molto efficaci. Penso a film come Jojo Rabbit o a libri come Wolf di Lavie Tidhar. Sfortunatamente in questo contesto Tsutomu Takahashi non si dimostra altrettanto accorto e incisivo quanto i suoi colleghi. Immaginando le vicende di Neun e Theo in un mondo inventato di sana pianta (qualcosa di orribilmente crudele e senza scampo, come per esempio The Promised Neverland) e non così fortemente connotato (e potenzialmente esplosivo) come la Germania del führer, la storia non collassa su sé stessa. A parere di chi scrive, è un segnale di quanto la forza di NeuN derivi dal contesto in cui è narrato e non viceversa, come accade per esempio in un Bastardi senza gloria.
Considerazioni finali
Il tratto e lo stile di disegno di Tsutomu Takahashi, di gusto contemporaneo e di buona leggibilità, trascinano il lettore a grande velocità in una vicenda che fluisce tra ombre nere ed eccidi, con cupa ed efficiente fluidità. NeuN 1 si legge tutto d'un fiato, ma più per inerzia che per passione. Forse la narrazione dei primi capitoli manca di ancorare la storia a qualcosa di più dell'elemento vagamente sensazionalistico dei "figli segreti di Hitler".
Ineccepibile è invece l'edizione J-Pop Manga: al costo di 7,50 euro il volume presenta tutte le splash page a colori (non solo quelle iniziali), una buona qualità di stampa e la solita sovracoperta d'ordinanza. La traduzione di Silvia Ricci è senza sbavature. Inoltre si tratta di un'opera abbastanza recente (pubblicata nel 2017 in patria) e con un certo grado di ricercatezza editoriale nell'essere proposta al pubblico italiano. Non è uno shounen che "vince facile" e non è nemmeno un titolo che si possa presentare senza una certa accuratezza. Sin dal lancio stampa, J-Pop ha dimostrato attenzione, accortezza e cura nel presentare al pubblico il titolo nella giusta cornice.
Al momento però mi sento di consigliarlo a chi già ama le atmosfere cupe di questo autore e della sua opera più celebre, il poliziesco Jiraishin. Forse è solo una questione di accortezza e all'autore serve qualche capitolo in più per affrontare con la giusta attenzione una sfida così delicata.
Nel primo volume il manga trae buona parte della sua forza dal contesto storico dell'ambientazione e manca di essere davvero incisivo. Mi sento di consigliarlo a scatola chiusa solo ai fan dell'autore