Oceano mare: le più belle frasi del libro di Baricco
Quando un libro passa di mano in mano incurante delle generazioni e del tempo che passa dalla sua pubblicazione è perché parla una lingua universale. Oceano mare è questo e, per voi, abbiamo scelto le frasi più belle.
Oceano mare di Baricco è uno dei romanzi contemporanei divenuto immediatamente un classico del nostro tempo, visto il grande successo di pubblico che ancora non accenna a diminuire. Lo stile dell’autore torinese è immediatamente riconoscibile, per via della sua unicità nella scrittura, come la scelta di usare spesso le ripetizioni per dare ritmo alla narrazione o dell’uso di parole parzialmente decontesualizzate.
Oceano mare è un insieme di tre libri, in cui l’acqua e il mare compaiono come motivo comune alle tante storie presentate, a volte con valori magici e altre volte terribili.
Ecco una raccolta delle citazioni più belle tratte da Oceano mare.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione – immagine per occhi divini – mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità – verità – ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.
Volevo dire che io la voglio, la vita, farei qualsiasi cosa per poter averla, tutta quella che c'è, tanta da impazzirne, non importa, posso anche impazzire ma la vita quella non voglio perdermela, io la voglio, davvero, dovesse anche fare un male da morire è vivere che voglio.
Aveva la bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.
La natura ha una sua perfezione sorprendente e questo è il risultato di una somma di limiti. La natura è perfetta perché non è infinita.
Sulle labbra della donna rimane l'ombra di un sapore che la costringe a pensare "acqua di mare, quest'uomo dipinge il mare con il mare".
Nel cerchio imperfetto del suo universo ottico la perfezione di quel moto oscillatorio formulava promesse che l'irripetibile unicità di ogni singola onda condannava a non essere mantenute.
Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci della libertà vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere.
Forse il mondo è una ferita e qualcuno la sta ricucendo in quei due corpi che si mescolano.
Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
È uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso.
Io ti ho amato, André, e non saprei immaginare come si possa amare di più. Avevo una vita, che mi rendeva felice, e ho lasciato che andasse in pezzi pur di stare con te. Non ti ho amato per noia, o per solitudine, o per capriccio. Ti ho amato perché il desiderio di te era più forte di qualsiasi felicità. E lo sapevo che poi la vita non è abbastanza grande per tenere insieme tutto quello che riesce ad immaginarsi il desiderio. Ma non ho cercato di fermarmi, né di fermarti. Sapevo che lo avrebbe fatto lei. E lo ha fatto. È scoppiata tutto d'un colpo. C'erano cocci ovunque, e tagliavano come lame.
La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte.
Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta.
La sconcertante scoperta di quanto sia silenzioso, il destino, quando, d'un tratto, esplode.
Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi.
Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno un padre, un amore, qualcuno capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume immaginarlo, inventarlo e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.
Questo, mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile.
Scrivere a qualcuno è l'unico modo di aspettarlo senza farsi del male.
Un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.
Aveva in faccia quell'espressione che ha la gente, ogni tanto, quando proprio ha la testa vuota, svuotata, felice. Sono momenti strambi. Saresti capace di fare, senza saper perché, qualsiasi fesseria.
In realtà, Oceano mare è un libro così particolare e unico che per ognuno c’è una frase preferita. Diteci qual è la vostra!