Il priorato dell'albero delle arance: alla scoperta del romanzo high fantasy di Samantha Shannon
di Elisa GiudiciL'epica lotta tra bene e male vede fronteggiarsi due continenti, una schiera di draghi e due eroine protagoniste a cui non difettano coraggio e forza: ecco high fantasy secondo Samantha Shannon.
Non rischia di passare inosservato nemmeno nelle librerie italiane il nuovo romanzo di Samantha Shannon. Oscar Mondadori infatti propone Il priorato dell'albero delle arance nella sua collana di genere Oscar Fantastica in un'edizione sontuosa, per dimensioni e cura dei dettagli. Sovracopertina che conserva l'illustrazione originale con dettagli azzurri che riflettono la luce, copertina rigida, i tre tagli dello stesso arancione vivace richiamato dal frutto del titolo. Non è poi mancata da parte dell'editore una campagna promozionale più vivace che mai, giocata tra Instagram e blogosfera, per creare un certo buzz tra gli appassionati del genere ancor prima che il libro arrivasse sugli scaffali.
Non è la prima volta che l'autrice inglese Samantha Shannon gode di queste attenzioni editoriali speciali, in Italia e all'estero. Qualche anno fa Salani aveva proposto La stagione della falce, traduzione italiana di The Bone Season. Doveva essere lo strepitoso primo capitolo di un'avventura fantasy in ben sette volumi, invece la serie si arenò poco dopo il terzo, a causa dello scemare dell'interesse verso una saga e una scrittrice molto pubblicizzate.
L'impressione è che insomma il mondo editoriale tenga particolarmente a lanciare Samantha Shannon come la nuova firma femminile della narrativa fantastica anglofona. Per il suo Il priorato dell'albero delle arance qualcuno ha persino scomodato Tolkien e Il signore degli anelli, pietra angolare del genere high fantasy. Davvero il suo nuovo tomo è il titolo fantasy imperdibile del 2019?
La trama del romanzo di Samantha Shannon
Secondo le dichiarazioni dell'autrice, lo spunto iniziale per la scrittura di Il priorato dell'albero delle arance deriva dalla leggenda di San Giorgio e del drago, secondo cui il santo cavaliere salvò una fanciulla combattendo contro un feroce drago e uccidendolo. Alla base della millenaria storia del mondo fantastico di Shannon c'è proprio la lotta tra l'umanità e un drago così temibile da non avere nome. Tuttavia le versioni della leggenda differiscono molto da nazione a nazione. Nel reginato di Berethnet tradizione vuole che sia stato un uomo a salvare la regina fondatrice della casata dall'odiosa creatura squamata, mentre più a sud e nel continente orientale (separato da un oceano di difficile navigazione detto l'Abisso) le versioni della storia sono assai diverse e spesso vedono la pulzella come salvatrice di sé stessa e dell'umanità.
Sono passati quasi mille anni da quando i fatti divenuti leggenda sono avvenuti. L'Ovest ha conservato il suo approccio impaurito e ostile verso ogni genere di drago, dato che le creature sono anche tacciate di diffondere il morbo draconico, malattia contagiosa che in passato ha decimato la popolazione. A Oriente invece si fa distinzione tra due specie di draghi: quelli collegati all'elemento dell'acqua sono venerati alla stregua di divinità e combattono fianco a fianco dei migliori guerrieri per proteggere la popolazione dal diffondersi di una nuova minaccia draconica.
Il grande drago innominabile infatti aveva promesso di tornare dopo 1000 anni. In molti credono che non sia mai stato sconfitto e ucciso, ma solo caduto in un lungo sonno insieme alla sua armata. Sia ad ovest sia a est sono molti i segnali che il suo ritorno è sempre più imminente. Se l'umanità non saprà superare le reciproche differenze e lottare per una causa comune, la vittoria dei draghi del fuoco sarà inevitabile.
Sabran, Ead, Tané: le eroine del Priorato
Al centro degli intricati intrecci narrativi del romanzo ci sono un manipolo di personaggi, tra cui spiccano le tre eroine della storia. La regina Sabran è a capo del reginato di Berethnet e discendente diretta della pulzella della leggenda. La sua presenza e la mitica spada con cui venne abbattuto il drago dovrebbero tenere al sicuro il suo regno. In realtà però tra tradimenti di alleati confinanti e intrighi di corte, la regina sa di doversi guardare le spalle e riflettere seriamente sulla possibilità di sposarsi.
Sabran non sa che tra le sue ancelle si nasconde una guardia del corpo fidata. Ead infatti è stata mandata in missione anni prima dal Priorato dell'albero delle arance per proteggere la regina e tentare di capire se il suo sangue possa veramente evitare il risorgere della creatura più temuta nei due continenti. Ead vive sotto copertura a corte, dove non può apertamente avvalersi della magia che l'albero del titolo e i suoi frutti le donano, in quanto tutto ciò è considerato eresia nel reginato.
Dall'altra parte dell'abisso vive Tané, una giovane orfana che ha dedicato la sua vita a imparare tutto il necessario per diventare una grande guerriera. Il suo sogno è quello di essere degna di far parte della squadra che combatte al fianco dei draghi d'acqua, ma una leggerezza compiuta dalla ragazza le carica sulle spalle un terribile segreto.
Le mappe del Priorato: i continenti dell'Ovest e dell'Est
Cultura, politica, leggende e religiosità sono profondamente diverse sul continente orientale rispetto a quello occidentale. Non solo: ciascun continente è poi diviso in regioni e regni più piccoli, con una fitta rete di alleanze e storiche inimicizie. Per aiutare il lettore ad esplorare l'universo del Priorato, a inizio volume troverete le mappe del continente occidentale e di quello orientale, che vi ripropongo in seguito.
Considerazioni finali sull'opera
Vale la pena di imbarcarsi nella lettura delle 800 pagine che compongono l'ultima fatica di Shannon? Nonostante il romanzo abbia riscosso un certo grado di entusiasmo, non ritengo che il gioco valga la candela. Il priorato dell'albero delle arance non è un romanzo così complesso da intessere una storia che necessiti di questa lunghezza. È l'inesperienza dell'autrice ha portarla a dilungarsi per centinaia di pagine nell'introdurre personaggi e antefatti, salvo poi accelerare a dismisura nella parte finale, rendendo la battaglia finale e gli svolgimenti avanzati della storia deludenti rispetto alle premesse iniziali.
Inoltre la creazione dei due continenti separati dall'Abisso prende in prestito tante fascinazioni culturali da oriente e occidente (leggende e folklore giapponese, cinese, dal mondo arabo e dalla tradizione cavalleresca europea), senza però creare un mondo risultante che sia unico e originale. Alla prevedibilità della trama si affianca quindi un sentore di già visto nella costruzione del mondo in cui sono ambientate le vicende. Se fa sempre piacere constatare come anche le donne, i personaggi non caucasici e quelli queer abbiano conquistato un loro spazio in un genere prima tradizionalista come il fantasy, le eroine di Samantha Shannon sono troppo perfette, senza contrasti interiori rilevanti o tratti davvero controversi. Danno più l'impressione di essere il pretesto per spuntare la casellina del politicamente corretto che di essere personaggi a tutto tondo e ricchi di complessità.
Il ritorno di Samantha Shannon conferma i suoi limiti di scrittrice: Il priorato ha molte carte da giocare, ma richiede troppo impegno e tempo per i risultati modesti che raggiunge la storia.