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Momo e l'importanza del tempo (mai) perduto: la recensione

di Emanuela Brumana

Michael Ende ha creato un altro romanzo in cui, con toni adatti ai lettori più giovani, parla anche ai cuori degli adulti, ricordandoci il valore di ciò che ci rende felici.

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Ti alzi, magari rubando al giorno ancora pochi minuti di sonno. Quindi, cominci che sei già di corsa. Ti lavi, ti vesti, mangi, esci di casa, prendi i mezzi, corri. Lavori. Mangi, di corsa. Lavori. Rifai tutto al contrario, ma sempre di corsa.

Spesso, la vita "da adulta" mi è sembrata questa serie di azioni, ripetute una dietro l'altra, sempre di corsa. Sempre più di fretta, perché dovevo timbrare un cartellino, poi tornare a casa prendendo magari il treno prima, così "avrei avuto tempo". Peccato che poi, quel tempo non c'era mai. E mi perdevo per strada i giorni.

Più ero infelice, più questa frenesia aumentava. Che fine aveva fatto la ragazza un po' svampita che coglieva i piccoli dettagli che la quotidianità regala sempre, dal graffito simpatico al giocattolo smarrito che genera mille storie fantastiche? Che fine aveva fatto la studentessa che non accelerava il passo per prendere la metro in arrivo, perché tanto "che fretta c'è"?

Quando mi è ricapitato in mano Momo, il romanzo di Michael Ende, mi sono ricordata subito il suo prezioso insegnamento. Per questo oggi voglio condividere questo gioiellino con voi, perché come La storia infinita, non è un "semplice libro per ragazzi". Anzi, spesso, i libri per ragazzi possono dire molto anche agli adulti che siamo diventati, perché appunto riescono a mio parere a rimetterci in contatto con quella parte di noi un po' libera e selvatica, che spesso ci perdiamo per strada.

Momo: la trama

In un vecchio anfiteatro, un giorno, arriva una bambina di nome Momo. Quanti anni ha? E chi lo sa, di certo non lo sa lei, a cui la cosa non sembra importare molto.

Momo si stabilisce lì, all'anfiteatro, e piano piano gli abitanti della città prendono l'abitudine di passare il tempo con lei, chiacchierando, confidandosi, conoscendosi.

Tutto va avanti così, semplice e speciale, fino all'arrivo dei Signori Grigi, lavoratori della Cassa di Risparmio del Tempo, che promettono ai cittadini di conservare il loro tempo, per restituirglielo poi, con gli interessi. Tutti sono eccitati e cominciano ad andare di corsa, per appunto risparmiare tempo. Le persone smettono di stare insieme, di interessarsi gli uni agli altri, di godere del bello e di riposare. E di andare da Momo.

Spetta quindi alla bambina svelare l'inganno dei Signori Grigi, che in realtà non conservano il tempo, ma lo rubano fumandoselo, perché solo così loro possono esistere.

La piccola intraprende quindi un viaggio fantastico in compagnia di Mastro Hora, l'amministratore del Tempo, e di Cassiopea, una tartaruga davvero speciale. Ce la farà, in sessanta minuti, a liberare l'umanità dai Signori Grigi?

Perché leggere Momo: recensione del libro

Ho adorato da subito Momo. Sarà che vivo vicino a Milano, città che ho frequentato quotidianamente per studio e per lavoro, su e giù da pullman, treni, metropolitane, tram, e ho piano piano assorbito la frenesia della quotidianità, come dicevo prima. Ricordarmi che rallentare è possibile, che si può alzare lo sguardo dai propri piedi mentre si cammina è liberatorio. Ogni tanto sembra che qualcuno o qualcosa ce lo debba ricordare.

Come sempre, Michael Ende ha la capacità di ridurre ai minimi termini questioni che ci sembrano impossibili da sbrogliare: con un linguaggio pulito e immagini fantasiose, ci mostra la realtà nella sua immediatezza, ci spiega il suo punto di vista con naturalezza, lasciandoci poi a chiederci come abbiamo fatto a perdere la bussola.

Momo è un libro che, a mio parere, tutti dovrebbero leggere; perché ogni tanto vedersi attraverso le pagine di una storia può essere di grande aiuto per correggere quei tratti di noi che si stanno trasfigurando, e che il bambino che siamo stati non vorrebbe riconoscere nel se stesso da adulto.

Il cartone animato di Momo