Il Ciclo dell’Eredità, recensione della tetralogia di Christopher Paolini
di Giulia GrecoErede de Il Signore degli Anelli, Il Ciclo dell'Eredità di Christopher Paolini è un fantasy per ragazzi ricco di avventura, magia e coraggio.
Christopher Paolini era molto giovane quando ha iniziato a lavorare al Ciclo dell'Eredità, aveva solo quindici anni quando ha scritto e pubblicato Eragon, primo di quattro volumi.
Nello sviluppo della tetralogia, Paolini si è ampiamente ispirato a J. R. R. Tolkien, padre dell'high fantasy.
Pur con le molte le evidenti similitudini tra la saga di Paolini e la letteratura tolkieniana, il Ciclo dell'Eredità ha una propria identità, ben distinta da quella del predecessore.
La saga con protagonista l'adolescente Eragon si rivolge infatti a un pubblico di giovanissimi, tanto da poter essere catalogata a tutti gli effetti nella sezione dei romanzi young adult.
Forse, proprio il suo essere un ciclo di libri fantasy per ragazzi fa della tetralogia formata da Eragon, Eldest, Brisingr e Inheritance il punto di partenza ideale per un bambino che fa il suo ingresso nel mondo della letteratura epico-fantastica.
Con Eragon, il giovane lettore viene trasportato nella mitica terra di Algaësia, conosce la magia antica, il potere della lingua e i Cavalieri dei Draghi. Insieme al protagonista, cresce e scopre sé stesso, i propri limiti e le infinite possibilità, il piacere della lettura e l'importanza della curiosità.
Il percorso di Eragon fin dal primo volume della saga è innanzitutto, come da copione, quello della scoperta delle proprie origini. Cresciuto con la convinzione di non essere nulla più di un semplice contadino del villaggio di Carvahall, Eragon si sorprende nel sapere che il suo destino è invece legato alla stirpe dei leggendari Cavalieri dei Draghi, creature da lungo tempo estinte, sterminate dal rinnegato Galbatorix, ora imperatore di tutta Algaësia.
Al centro dello spiazzo devastato c'era una lucida pietra blu. La nebbia serpeggiò nell'area incenerita, accarezzando la pietra con tentacoli impalpabili.
[...]
La pietra lo affascinava e turbava al tempo stesso. Da dove viene? Ha uno scopo? All'improvviso gli attraversò la mente un pensiero ancora più inquietante: È caduta per caso, o ero destinato a trovarla? Se le antiche leggende gli avevano insegnato qualcosa, era che la magia e chi ne faceva uso dovevano essere trattati con cauto rispetto.
Aiutato dal mentore, padre putativo e cantastorie Brom, dall'elfa Arya e soprattutto dalla dragonessa Saphira, Eragon intraprende un viaggio volto a sconfiggere il terribile tiranno di Algaësia.
Tra battaglie all'ultimo sangue, nemici pericolosi e alleati inaspettati, il giovane Cavaliere dei Draghi riesce a trasformarsi da ragazzo impacciato e pasticcione in un grande e fiero condottiero.
Durante l'addestramento per migliorare le proprie abilità magiche e cavalleresche, Eragon dovrà far fronte non solo alle minacce di Galbatorix, ma anche a rivelazioni inaspettate sul proprio passato e la propria famiglia, diventando sempre più maturo e sicuro di sé. Fondamentali per la sua crescita sono i rapporti con Brom e col cugino Roran, e quello ambiguo e altalenante con Murtagh.
Il vecchio Brom gli impartisce disciplina e conoscenza, Roran lo fa sentire a casa, e con Murtagh Eragon sperimenta il tradimento, ma anche la capacità di perdonare.
Non devi andartene per forza. Lo so che sarebbe... difficile, ma hai una famiglia qui. Ci sono io, e c'è anche Roran. È anche tuo cugino, e non l'hai mai neppure conosciuto. Tu appartieni a Carvahall e alla Valle Palancar quanto a Urû'baen; anzi, di più.
Malgrado sia il protagonista assoluto della saga, Eragon non è mai solo nel suo viaggio, e si lascia aiutare da numerosi personaggi che gli danno consigli, lo spronano e lo supportano in ogni modo, fornendogli gli strumenti necessari a trasformarsi da ragazzino ribelle e giovane uomo coraggioso. C'è il popolo degli elfi, guidato dalla Regina Islanzadi e da sua figlia Arya, che potenzia la sua magia di cavaliere; ci sono Orik e i nani, che si schierano dalla sua parte nella battaglia contro Galbatorix; c'è Lady Nasuada, l'algida regina dei Varden, che, con giudizio e dedizione, consiglia a Eragon il modo migliore di affrontare la sua battaglia.
Ma l'inseparabile compagna di Eragon rimane sempre Saphira, con la quale instaura un intenso legame mistico, che permette loro di condividere le sensazioni, le emozioni, i pensieri, e, in un certo senso, anche la stessa vita. Nel mondo ideato da Christopher Paolini, infatti, i Draghi sono così indissolubilmente legati al destino dei loro Cavalieri da non poter vivere senza loro.
Il loro più grande conforto era semplice: non erano più soli. Sapere di avere qualcuno che ti vuole bene, che capisce ogni fibra del tuo essere e che non ti abbandonerà mai, nemmeno nella più disperata delle circostanze, dovrebbe rappresentare l'essenza di ogni vero legame, ed Eragon e Saphira godevano di quel privilegio.
Anche se il finale della saga ha deluso molti estimatori dell'opera, in parte anche a causa delle troppe similitudini con quello de Il Signore degli Anelli, Il Ciclo dell'Eredità rimane un fantasy di tutto rispetto soprattutto per il pubblico di riferimento, gli adolescenti. Lo stile lineare e dettagliato di Paolini contribuisce a far immergere il lettore nella storia, in particolar modo grazie a una cura quasi maniacale per l'aspetto descrittivo della narrazione.
Una saga da leggere per entrare in punta di piedi nell'universo della letteratura fantasy.