Hunger Games – La ballata dell'usignolo e del serpente, la recensione

di Giulia Greco

Come sono nati gli Hunger Games? Questa la domanda che si pone Katniss ne Il canto della rivolta, volume conclusivo della trilogia. La ballata del'usignolo e del serpente risponde al quesito raccontandoci l'adolescenza del sadico presidente Snow.

Solo trascorsi solo dieci anni dalla lotta civile che ha dilaniato Panem e posto fine ai Giorni Bui. Il Trattato del Tradimento è stato firmato e, secondo le nuove leggi in vigore, per assicurare la pace si tengono gli Hunger Games.

Alla sua decima edizione, sessantaquattro anni prima della partecipazione di Katniss Everdeen ai sanguinosi Giochi, gli Hunger Games non sono quelli che conosciamo e Coriolanus Snow non è ancora l'uomo sadico che governerà la nazione in qualità di presidente. Anche Capitol City è una città diversa, un luogo che deve essere ricostruito, un posto cui il giovane Snow deve dimostrare di appartenere.

Perso il prestigio di cui la famiglia godeva prima della lotta contro i Distretti, Snow deve dimostrare di avere ancora un certo peso tra gli aristocratici di Panem e la nuova edizione degli Hunger Games è il mezzo più sicuro per riuscirci.

Allievo dell'Accademia che forma i futuri leader della città, Ciriolanus è chiamato, all'alba dei suoi diciotto anni, a fare da mentore a uno dei tributi che verranno gettati nell'arena dei crudeli giochi della fame, uno spettacolo in fase di rodaggio, un esperimento ancora lontanissimo dallo show più amato dagli eccentrici abitanti di Capitol.

Il problema era come rendere lo spettacolo più avvincente. A questo scopo, per la prima volta nella storia dei Giochi ai tributi sarebbero stati assegnati dei mentori. Per l’incarico erano stati selezionati ventiquattro tra gli studenti più brillanti all’ultimo anno di Accademia, ma i particolari erano ancora in fase di definizione. Si parlava di preparare ogni tributo a un’intervista personale, magari di dargli una ripulita a uso delle telecamere. Tutti concordavano sul fatto che, se gli Hunger Games dovevano continuare a esistere, era necessario che evolvessero in un’esperienza più profonda, e l’abbinamento dei giovani rampolli di Capitol City con i tributi dei distretti aveva incuriosito la gente.

Il connubio tra controllo e spettacolarizzazione non esiste ancora nella Panem della giovinezza del futuro presidente Snow. Il sistema che ricorda agli abitanti dei Distretti che sono alla mercé della capitale non è un ingranaggio completamente funzionale né la capitale è il centro ricco e devoto agli eccessi che accoglie Katniss dopo la vittoria agli Hunger Games e così, in maniera speculare, neppure il protagonista di questa storia, Coriolanus Snow, ha le certezze che lo accompagneranno fino alla morte.

Lo Snow de La ballata dell'usignolo e del serpente è un ragazzo confuso, appartenente a una dinastia caduta in disgrazia, che fa sogni di gloria e ha una sola certezza: gli Snow sono nati per stare in cima alla piramide sociale.

Poco importa che il cibo sia scarso, che i traumi della guerra siano ancora tutti attorno a lui, che la vita sia una lotta. Ciò che ha davvero importanza è che tutti sappiamo che alla famiglia degli Snow spetta un posto d'onore nell'amministrazione della nazione.

Il romanzo si propone di raggiunge un obiettivo quasi impossibile, quello di dare a Snow, antagonista principale della trilogia originale di Collins, uno spessore tale da renderlo più umano e far sì che il lettore riesca a empatizzare con lui almeno in parte.

Pur non diventando mai l'eroe della storia, Snow si muove ambiguamente e pericolosamente tra ciò che brama – e che sarebbe disposto a ottenere a qualunque prezzo – e ciò che reputa giusto. Il viaggio nel passato di Snow ci permette di conoscere un personaggio interiormente diviso, assillato da un dilemma morale. Scopriamo un Coriolanus che sa essere comprensivo e porsi dei dubbi sugli Hunger Games, ma allo stesso tempo è un ragazzo che, mentre discute coi compagni sulla brutalità dei giochi, continua a considerarli uno strumento che, nelle mani giuste e con le dovute migliorie, porterebbe lustro e opulenza a Capitol City e al nome degli Snow.

È piuttosto nel personaggio di Seianus Plinth che avvertiamo nascere il dubbio etico sulla natura umana e sugli Hunger Games.

Cosa stiamo facendo? Mettiamo dei ragazzini dentro un’arena perché si ammazzino a vicenda? A me sembra sbagliato su tutti i fronti. Gli animali proteggono i loro cuccioli, giusto? E noi facciamo lo stesso. Tentiamo di proteggerli, i bambini! È il nostro istinto di esseri umani. Chi è che vuole davvero fare una cosa del genere? È innaturale! [...] Chi vorrebbe guardare un gruppo di ragazzini che si uccidono? Solo una persona crudele, perversa. Noi esseri umani non saremo perfetti, ma siamo meglio di così.

Snow, però, dimostra pagina dopo pagina di non saper essere migliore di così. Alla sua scalata al potere si accompagna, parallelamente, una lenta discesa verso gli inferi: Snow inizia man mano a non mettere più nulla in discussione e a osservare tutto ciò che vede con gli occhi di uno stratega.

L'incontro con Lucy Grey Baird, il tributo a cui deve fare da mentore durante la decima edizione degli Hunger Games, non è tanto, come potrebbe apparire a un primo sguardo disattento, occasione per Coriolanus di scoprire sentimenti positivi come l'amore, ma diventa il tassello mancante che completa la trasformazione del giovane nello spietato presidente.

Con Lucy, Snow comprende come sfruttare i media, come creare lo spettacolo che gli Hunger Games diventeranno nel corso degli anni, e con lei diventa un assassino senza cuore, un uomo crudele e narcisista che ha cura solo di sé stesso e per cui è importante solo tener fede al motto che lo accompagna per l'intero romanzo: “Gli Snow si posano in cima”.

Hunger Games - Ballata dell'usignolo e del serpenteFrasiX
Hunger Games - Ballata dell'usignolo e del serpente
VOTO6 / 10

Può l'amore sciogliere un cuore dominato dal desiderio di potere e di prestigio? È questo il dilemma che permea un romanzo che tenta di umanizzare l'odiato antagonista della trilogia di Hunger Games.