La nona casa di Leigh Bardugo: la recensione del romanzo fantasy

di Cristina Migliaccio

Leigh Bardugo torna con una nuova saga fantasy la cui protagonista è la bizzarra Galaxy Stern, una ragazza che non ha paura di niente, eccetto dei fantasmi.

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La vita di Alex è un enigma. Nessuno ha ben chiaro quale sia il suo potere, sempre che di potere si possa parlare. Neanche lei stessa sa perché riesce a fare quello che fa, anche se più che fare, a turbare Alex è quello che in principio riesce a vedere. Alex vede i fantasmi, detti i Grigi, persone strappate alla vita (per un motivo o per un altro) che riescono a superare il Velo e a gironzolare per il mondo, ancor di più a New Heaven, una città che ha fatto della magia la sua più grande risorsa. Alex ha avuto paura dei Grigi per tutta la vita finché non è arrivata a Yale e ha capito che la sua più grande paura in realtà è sempre stata la sua più grande forza.

La nona casa è il nuovo romanzo di Leigh Bardugo, il primo volume che dovrebbe dare il via a quella che si spera possa essere una nuova serie dark fantasy. Prima ancora di arrivare in Italia, il romanzo ha avuto un forte riscontro sul mercato editoriale internazionale. Pubblicato da Mondadori, La nona casa è arrivato tra gli scaffali il 5 maggio e ha immediatamente catturato l’attenzione dei più, soprattutto per chi avvertiva una punta di nostalgia per un buon, ricco fantasy. E qui arriva la domanda: ma merita davvero?

La nona casa: le Case del Velo, le Antiche Otto

Come tutti i primi romanzi di una serie fantasy, anche La nona casa deve superare l’ostacolo “confusione”. Basti pensare che la prima parte della narrazione, piuttosto lenta e ricca di dettagli, è un continuo spiegare e rispiegare cosa fanno le Case del Velo, qual è il loro compito e cosa tocca fare a chi è dentro la Lethe, non una Casa, ma una sorta di vigilante, nata per monitorare tutte le attività delle società segrete di Yale.

Questa, almeno, è la spiegazione ufficiale. Quello che la Lethe può fare è indagare anche su quello che succede oltre il Velo e perché esistono persone, come Alex, che hanno il dono di vedere i Grigi senza utilizzare pozioni magiche che a lungo andare potrebbero compromettere la salute (e la vita). Alex, il cui nome di battesimo è Galaxy, Stern crede di essere l’eccezione, ma nel corso delle sue indagini capirà di non essere stata né la prima né l’ultima ad avere una simile abilità.

Partiamo con il riassumere quali sono le Case del Velo, dette anche Le antiche Otto: qui ho avuto maggiore difficoltà a ricordare cosa fa chi, quindi cercherò di semplificarvi il compito. Partiamo dalle case maggiori: la prima delle Case del Velo per ordine di fondazione, la Skull e Bones, nata nel 1832; segue la Scroll and Key (1842), la Book and Snake (1863), Wolf’s Head (1883), la Manuscript (1952). Delle case minori, che in questo romanzo abbiamo visto poco, abbiamo poi la Berzelius (1848), St Elmo (1889) e l’Aurelian (1910).

La nona casa: la trama e le tematiche

Mors. Irrumat omnia. La morte fotte tutti. Il motto che si rincorre maggiormente tra le pagine del romanzo. Alex è una ragazza etichettata come “difficile”. Sin da quando ha memoria, Alex ha sempre visto i Grigi. Nessuno le ha mai spiegato il perché né se ci fosse un modo per potersi difendere, neanche quando ad appena 13 anni qualcosa ha provato a farle del male e, da quel momento, la sua vita è precipitata in un oblio di incertezze e ribellioni. Scappata di casa, Alex si circonda di persone pericolose, ma è grazie a loro che conosce Hellie, la bella e pura Hellie, l’unica amica che abbia mai avuto. Il loro legame è sempre stato forte, indissolubile, ed è per questo che, quando Hellie muore in tragiche circostanze, Alex non crede di avere tanti altri motivi per andare avanti.

Ed è qui che subentra la Lethe, un’organizzazione segreta coordinata dal Preside Sandow presso l’università di Yale, a New Heaven. Alex viene introdotta in un nuovo mondo dove i Grigi non sono più un’incognita e a guidarla nel suo personale inferno sarà un Virgilio particolare: Darlington, il gentiluomo della Lethe, così lo chiamano tutti, sarà il suo mentore e le spiegherà come gestire i Grigi e cosa evitare di fare in loro presenza. Alex, che è la sua Dante (la gerarchia che si segue alla Lethe è questa: ogni Virgilio ha un suo Dante da istruire, di conseguenza ogni anno chi è Dante diventa Virgilio), è di natura diffidente, sboccata e a tratti indomabile. Quando, però, il caro Darlington scompare, Alex non si darà pace e farà di tutto per onorare il suo lavoro in sua assenza, così come lotterà per riportarlo a casa.

Il romanzo di lancio della Bardugo è un ottimo esperimento fantasy: la lettura, seppur inizialmente difficoltosa, prosegue con carisma, come una sorta d’incantesimo che ti porta a sfogliare le pagine una dopo l’altra. È difficile abbandonare la storia una volta che arriva il giusto ritmo, tanti personaggi e tante dinamiche che portano a domandarsi: “E adesso?”. Quando parliamo di storie fantasy, l’immaginazione non ha confini, ecco perché secondo me La nona casa è un buon esperimento, perché non riscontriamo troppe novità “scopiazzate”: la magia è presente, ma non è quella magia alla Harry Potter, non vedremo incantesimi lanciati con formule né scontri con bacchette. La magia, seppur presente, non è il cuore pulsante del romanzo ed è questo a farne la sua bellezza. Perché, seppur parlando di elementi fantasy, il romanzo è condito di elementi fortemente realistici: bullismo, femminicidio, razzismo, tutte tematiche reali che trovano in questa storia il loro giusto posto, dimostrando che una cosa non esclude l’altra; un romanzo fantasy non deve essere necessariamente tutta finzione.

I punti di forza: perché leggere La nona casa?

Inoltre, a mio dire, a rendere forte questa lettura è anche l’assenza delle classiche storie d’amore. Attenzione: non sto dicendo che non si parla d’amore, perché sarebbe impossibile. Alex ha amato Hellie, la persona più vicina da considerare la sua famiglia, così come prova sentimenti per la Dawe, per Darlington, per tutte quelle persone che hanno dimostrato di poterla e volerla aiutare a diventare una persona migliore. Ma è anche vero che il romanzo rimane fedele alla sua chiave fantasy, senza quindi scadere nel melenso della storia d’amore, tenendosi ben lontano da uno scivolone che forse avrebbe causato più danni che altro. Ma sono certa che, a lungo andare, i prossimi volumi non potranno farne a meno.

Quindi, per rispondere alla domanda: “La nona casa merita la fama che ha?”, io direi di sì: chi ama il genere fantasy e una protagonista ribelle, dal carattere indomabile, potrebbe essere soddisfatto della lettura.

La nona casa Leigh BardugoFrasiX
La nona casa Leigh Bardugo
VOTO8 / 10

Un romanzo fantasy con una protagonista ribelle, come un serpente a sonagli, che può piegarsi ma non si spezza facilmente. Una storia di magia, condita con un pizzico di thriller e femminismo.