Harry Hole è tornato: la recensione di Sete di Jo Nesbø

In attesa di vederlo al cinema con Michael Fassbender, Harry Hole è tornato in libreria con un nuovo caso al cardiopalma: la recensione del thriller più atteso dall'anno, Sete di Jo Nesbø.

Cosa si prova a scrivere l'attesissimo ritorno in libreria dell'investigatore fittizio più amato e letto del mondo, a livello globale? Se Jo Nesbø sente la pressione non indifferente di esserelo scrittore di thriller più venduto al mondo, non lo dà a vedere. Quando l'ho incontrato, mentre sorseggiava tranquillo il suo caffè e raccontava di come finito il tour promozionale sarebbe andato a fare un po' di arrampicata sulle Dolomiti, sembrava l'uomo più a suo agio nella stanza.

Forse il segreto è proprio questo: Jo Nesbø è un uomo capace di dividersi tra una marea di attività differenti. Nelle sue interviste parla di una quotidianità divisa tra famiglia, band musicale, letteratura e arrampicata. Sembra un uomo dalla vita attiva ma comunque comune, invece è lo scrittore thriller più venduto al mondo e in gioventù ha giocato nella serie A di calcio svedese. Non ci vuole molto a capire che è un maestro del controllo, che vive senza mai perdere l'equilibrio tra le singole parti della sua esistenza, dedicando a ciascuna la giusta dose di attenzione ed energia. In un decennio ha sfornato11 romanzi dedicati al suo personaggio più celebre, il detective Harry Hole, diventato libro dopo libro da comprimario a protagonista, da personaggio chiave di una serie letteraria di successo a icona internazionale, con tanto di film diretto da Tomas Alfredson in arrivo (mentre Tobey Maguire farà il suo esordio alla regia con un romanzo slegato dalla serie di Hole).

Cosa può animare ancora uno scrittore che dalla carriera ha già avuto praticamente tutto e che ha già sfornato una serie così lunga, cosa può indurlo a tornare sul personaggio con cui lui stesso, con una punta di irritazione, viene spesso identificato? La pressione dell'editore e le aspettative del pubblico, certo, ma anche e soprattutto una storia che l'autore senta all'altezza del suo personaggio più celebre. Sete in questo senso è decisamente un intreccio all'altezza della creatura più amata e temuta di Jo Nesbø, l'investigatore Harry Hole. Siamo di fronte a una serie di omicidi sanguinari ed efferati, a un killer praticamente imprendibile, a una storia che diventa sempre più personale per il protagonista, proprio quando con l'amata e il figlio adottivo sembrava essere riuscito a costruirsi una barriera protettiva dalle sue dipendenze: l'alcool e la caccia all'uomo.

A Oslo però si aggira un altro uomo non comune e davvero assetato. È un'ombra che segue le donne che cercano fortuna e amore via Tinder e che, dopo averle barbaramente uccise, ne beve il sangue. Un vampirista, secondo alcuni esperti, un abile depistaggio, secondo parte degli investigatori, un invito a nozze per la stampa sensazionalistica. Per Harry Hole invece è qualcosa di più, qualcosa che sembra fare capolino dal suo passato e riportarcelo dentro, facendo crollare quella parvenza di felice stabilità di cui godeva ogni mattina.