Poesie sul papà

di Elisabetta Rossi

Una raccolta di poesie di autori celebri e meno conosciuti da dedicare al papà in occasione della sua festa, del compleanno o dell'onomastico.

Indice

La festa del papà, che ricorre il 19 marzo di ogni anno, è l’occasione per ricordare all’uomo di casa quanto gli volete bene, cosa ha rappresentato per voi la sua presenza nella vostra vita e quanto ritenete preziosa la sua vicinanza in ogni aspetto del quotidiano.

Un modo originale per farlo è quello di dedicargli un componimento. Le poesie sul papà infatti vi aiuteranno ad esprimere in modo semplice e diretto l’affetto che nutrite nei suoi confronti. In tal senso potete scegliere liriche di autori famosi o meno conosciuti oppure, se vi sentite particolarmente ispirati, potete scrivere qualche rigo poetico di vostro pugno, riversando su un foglio momenti importanti condivisi con lui e che ritenete speciali.

Dunque le poesie, nella giornata del papà, ma anche nel suo compleanno o nel suo onomastico, vi consentono di arrivare al suo cuore e di rendere indimenticabile il momento. La parola scritta infatti ha il vantaggio di restare impressa sulla carta e di poter essere riletta anche in futuro tutte le volte che si desidera, aiutando la memoria a diventare eterna e resistente al tempo che passa.

Come scrivere una poesia per il papà

Scrivere una poesia per il papà è un gesto bellissimo da fare nei confronti dell’uomo più importante della vostra vita. Vi consente di dimostrargli che tenete a lui così tanto, da voler creare qualcosa da soli, senza ricorrere a citazioni di autori famosi per i quali la parola è il pane quotidiano.

Se però siete in crisi e non sapete da dove iniziare a comporre una lirica per il papà, vi diamo qualche utile consiglio per superare il blocco da foglio bianco.

Prima di tutto dovete mettere a fuoco i pensieri, ripercorrere i momenti trascorsi con lui e appuntarli in ordine temporale. Una volta fatto, scegliete tra di essi quelli più speciali, che hanno lasciato sentimenti di gratitudine e profondo affetto dentro di voi e riformulateli in frasi brevi e incisive, magari ricorrendo all’uso di metafore.

Una metafora, per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, è una figura retorica con la quale si usa una parola per esprimere un significato differente da quello classico. In tal modo si creano immagini dalla grande carica emotiva.

Un esempio è Papà, radice e luce, poesia di Maria Luisa Spaziani, dedicata al genitore e ricca di passaggi forti, nei quali racchiude tutto il proprio amore per lui.

Papà, radice e luce,
portami ancora per mano
nell’ottobre dorato
del primo giorno di scuola.
Le rondini partivano,
strillavano:
“fra cinquant’anni
ci ricorderai”.

Infine, una volta scritta la poesia, non vi resta che darle un titolo e riportarla su una cartolina o un biglietto da associare a un regalo.

Poesie sul papà: le più belle da dedicargli

I papà sono il punto di riferimento essenziale per ogni figlio e figlia. Sono la roccia a cui aggrapparsi per non farsi travolgere dal male del mondo. A loro, in occasione della festa del papà o di altri eventi, si può dedicare una poesia, un pensiero intriso di gratitudine per tutto ciò che fanno.

Per aiutarvi nella scelta del componimento vi indichiamo alcune poesie sul papà dense di significato che di sicuro lasceranno a bocca aperta il destinatario. Il primo è di Edgar Albert Guest ed esprime la consapevolezza dei sacrifici fatti dal padre per lui ma anche dell’educazione ricevuta, indispensabile per affrontare le sfide della vita con coraggio e rispetto verso gli altri.

Sapevo che era il miglior papà
che qualunque ragazzo
potesse avere: era buono,
gentile, divertente, allegro,
lavoratore e anche paziente;
severo qualche volta con le
mie superficialità e le mie
manchevolezze infantili, ma
severo sempre a buon fine e
molto orgoglioso dei suoi
figlioli ogni qual volta facevano
qualcosa di buono.

Quello che non ho saputo capire
finché non è stato troppo tardi,
era la profondità della sua saggezza
e l’immensità del suo sacrificio.

Marco Moschini, invece, ne Il Principe, tinge di magia gli elementi magici del quotidiano, facendo diventare il papà un principe su un cavallo bianco.

Arriva un Principe
con un cavallo bianco:
viene da lontano
e sembra molto stanco.

Al posto della spada
c’è l’ombrello
e c’è il cappotto
al posto del mantello;

però a guardarci bene
il cavallo non ce l’ha,
io gli corro incontro
e gli dico: “Ciao papà!”

L. Musacchio ha scritto la poesia Cos’è un papà molto toccante e coinvolgente, in cui descrive la figura di quest’uomo capace di giocare con il figlio ma anche di trasmettergli sicurezza.

Il papà non è solo
l’amico delle capriole sul letto grande,
non è solamente l’albero al quale mi arrampico
come un piccolo orso,
non è soltanto chi tende con me l’aquilone nel cielo.

Il papà è il sorriso discreto che fa finta di niente,
è l’ombra buona della grande quercia,
è la mano sicura che mi conduce nel prato
e oltre la siepe.

Il componimento di B. Bartolini, Grazie papà, come suggerisce lo stesso titolo, celebra la figura paterna esprimendo il ringraziamento per tutto ciò che ha fatto per i figli.

Da te, papà, ricevo tanto.
A te, papà, io voglio bene.
Di te, papà, io vado fiero.
A te, papà, io dico grazie.

Grazie papà, per il bene che mi vuoi.
Grazie papà, per i doni che mi fai.
Con te, papà, non ho paura.
Con te, papà, mi sento forte.
Con te, papà, mi trovo bene.

A te, papà, io dico grazie.
Grazie papà, per la gioia che mi dai.
Grazie papà, per quello che tu sei.

I più piccoli possono infine dedicare al loro papà una filastrocca come quella che vi proponiamo, di facile memorizzazione e nella quale si parla della forza del padre usata a favore del figlio. Il suo titolo è Un gigante, un re.

Papà dammi la mano,
grande e forte mi sento con te,
tu mi guardi e mi dici piano:
«Sono felice se tu sei con me».

Se mi prendi sulle tue spalle
io mi sento un capo tribù.
Se mi tieni stretto al cuore
il mio amico più caro sei tu.

Per la strada la gente ci sorride
e ci guarda perché
pensa che tu sei il mio gigante
ma io sono il tuo re.

Poesie sul papà di autori celebri

Autori celebri italiani hanno scritto poesie sul papà di notevole impatto emotivo. Liriche nelle quali si evidenzia l’affetto che nutrono nei confronti del padre e che possono diventare anche la vostra voce, un modo efficace e diretto per dirgli quanto gli volete bene se vi vengono a mancare le parole.

Abbiamo ad esempio Camillo Sbarbaro, poeta italiano, che ha dedicato una poesia al padre mettendo in evidenza la profondità del suo affetto per lui.

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t’amerei.
Ché mi ricordo d’un mattin d’inverno
Che la prima viola sull’opposto

Muro scopristi dalla tua finestra
E ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
Di casa uscisti e l’appoggiasti al muro.

Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell’altra volta mi ricordo
Che la sorella mia piccola ancora
Per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia aveva fatto non so che).

Ma raggiuntala che strillava forte
Dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l’attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l’avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo che eri il tu di prima.

Padre, se anche tu non fossi il mio
Padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti quanti gli uomini già tanto
pel tuo cuore fanciullo t’amerei.

Alfonso Gatto, altro poeta e scrittore italiano morto nel 1976, ha scritto la lirica A mio padre, un componimento malinconico dedicato al genitore scomparso.

Se mi tornassi questa sera accanto
lungo la via dove scende l’ombra
azzurra già che sembra primavera,
per dirti quanto è buio il mondo e come
ai nostri sogni in libertà s’accenda
di speranze di poveri di cielo
io troverei un pianto da bambino
e gli occhi aperti di sorriso, neri
neri come le rondini del mare.

Mi basterebbe che tu fossi vivo,
un uomo vivo col tuo cuore è un sogno.
Ora alla terra è un’ombra la memoria
della tua voce che diceva ai figli:
– Com’è bella notte e com’è buona
ad amarci così con l’aria in piena
fin dentro al sonno – Tu vedevi il mondo
nel plenilunio sporgere a quel cielo,
gli uomini incamminati verso l’alba.

A Sibilla Aleramo, scrittrice, poetessa e giornalista italiana, appartiene invece la poesia Ricordo del padre, in cui rievoca con dolce tristezza l’immagine del genitore.

Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.

Altrettanto toccante è la poesia Al padre di Salvatore Quasimodo, nella quale vengono rievocati momenti vissuti con l’uomo al fine di metterne in risalto la forza d’animo e il coraggio dimostrato anche nei momenti più drammatici dell’esistenza.

Dove sull’acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda.

La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.

La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.

Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.

Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo – difficile affinità
di pensieri – per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
“Baciamu li mani”. Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.

Infine abbiamo Umberto Saba che con il componimento Mio padre è stato per me “l’assassino” racconta del rapporto conflittuale avuto con il genitore.

Mio padre è stato per me “l’assassino”,
fino ai vent’anni che l’ho conosciuto.
Allora ho visto ch’egli era un bambino,
e che il dono ch’io ho da lui l’ho avuto.
Aveva in volto il mio sguardo azzurrino,
un sorriso, in miseria, dolce e astuto.

Andò sempre pel mondo pellegrino;
più d’una donna l’ha amato e pasciuto.
Egli era gaio e leggero; mia madre
tutti sentiva della vita i pesi.

Di mano ei gli sfuggì come un pallone.
“Non somigliare – ammoniva – a tuo padre”.
Ed io più tardi in me stesso lo intesi:
Eran due razze in antica tenzone.

Ora che sapete come scrivere da soli una poesia per il papà e che avete una serie di meravigliosi componimenti a cui ispirarvi, non vi resta che mettervi all’opera!