L'empatia è la capacità di mettersi nei panni dell'altro. Ma cosa significa davvero questo termine e qual è la sua origine? Ve lo spieghiamo nell'articolo.
Empatia è un termine di cui avrete sentito parlare in più occasioni in riferimento a persone in grado di comprendere i sentimenti e i turbamenti altrui dando tutto il proprio sostegno senza preoccuparsi di faccende e questioni personali.
Per lungo tempo si è pensato che questa qualità fosse un pregio, una caratteristica di natura prettamente psicologica, appartenente solo alla sfera della personalità del singolo. In seguito però tale convinzione è stata smentita da un’equipe dell’Università di Parma che ha scoperto l’esistenza di neuroni specchio. Da essi dipendono le funzioni empatiche. Ciò evidenzia che tale qualità fa parte del corredo genetico della specie.
Importanti sono stati anche gli studi condotti da Darwin sulle emozioni e sul modo in cui esse vengono comunicate attraverso gesti ed espressioni. Ma cosa significa di preciso empatia? Vediamolo insieme.
Significato di empatia
La parola empatia indica la capacità di un soggetto di mettersi nei panni degli altri, ossia di immedesimarsi con le emozioni, i pensieri, le preoccupazioni e gli stati d’animo delle persone.
Da un punto di vista scientifico, questa capacità di calarsi nei panni degli altri, è legata all’attività dei neuroni specchio citati in precedenza. In pratica grazie ad essi, nel momento in cui si condividono le sensazioni altrui, si attivano zone cerebrali di norma utilizzate per percepire emozioni a carattere personale.
Origine del termine
Il termine empatia deriva dal greco antico empátheia, composta da en - che sta per dentro, e pathos, che invece fa riferimento a sofferenza e sentimento. Dunque il suo significato è sentire dentro.
In riferimento a quanto detto, nella Grecia antica l’empatia indicava il rapporto di partecipazione emotiva tra l’autore – cantautore e il suo pubblico. In tal senso voleva dire sperimentare il modo in cui l’altra persona viveva una certa esperienza.
L’inventore della parola empatia è Robert Vischer, uno studioso di arti figurative e di estetica, alla fine dell’Ottocento. Secondo la sua teoria, l’empatia era la capacità della fantasia umana di entrare in connessione con il valore simbolico della natura. Con i suoi intrinseci significati.
Teorie e modelli
Intorno al concetto di empatia sono state sviluppate diverse teorie a partire dal 1921 con Sigmund Freud. Secondo lo psicanalista tedesco, l’empatia è il mezzo attraverso il quale possiamo entrare in connessione con l’altro e conoscere la sua vita psichica. Per lui dunque non era un metodo terapeutico.
Quest’ultima concezione dell’empatia è stata invece sviluppata anni dopo da Heinz Kohut, uno psicanalista austriaco naturalizzato statunitense, secondo il quale la comprensione empatica è utile a curare i difetti del Sé. La psicologia del sé è derivata dai suoi studi su pazienti che presentavano disturbi narcisistici della personalità, come l’insoddisfazione nei rapporti interpersonali, una scarsa stima di se stessi, la mancanza di umorismo.
Tali disturbi, secondo lo psicanalista, sono causati dalla mancanza di figure genitoriali di riferimento, o meglio dall’assenza di un’interazione con la madre e con il padre che ha tolto al bambino modelli di riferimento fondamentali per sviluppare una parte del sé solida, stabile e fiduciosa. È essa infatti che porta alla creazione di ideali, principi e talenti.
Il gruppo di ricercatori, capeggiato da Rizzolatti, è quello che ha individuato l’esistenza dei neuroni specchio. In relazione a tale scoperta, l’empatia è un processo di simulazione incarnata. Essa è un meccanismo motorio secondo cui i neuroni agirebbero prima di ogni altro processo cognitivo. Ciò significa che l’emozione di una persona viene percepita e compresa tramite simulazione che causa nell'osservatore, la medesima condizione fisica dell’altro.
Martin Hoffman ha elaborato a sua volta una teoria sull’empatia secondo la quale tale caratteristica è formata da un’ampia serie di reazioni affettive in linea con i sentimenti provati dall’altra persona. In base a questo studio, l’empatia si sviluppa nei primi giorni di vita e nel corso della crescita si articola in forme sempre più complesse e mature.
Di fatto, Hoffman la considera composta da tre elementi: affettivo, cognitivo e motivazionale. Il primo è presente all'inizio della vita di una persona. In questa fase la dimensione cognitiva è totalmente assente. Nel corso del tempo, con la crescita dell’individuo, questo aspetto si svilupperà acquistando una rilevanza crescente che andrà a legarsi alla sfera emotiva. Infine, ad esse si unisce la componente motivazionale che spinge ad aiutare un’altra persona. Tale atteggiamento suscita uno stato di benessere. Viceversa, il mancato soccorso di chi ha bisogno, scatena il senso di colpa.
In base a quanto detto, l’empatia è una risposta a un’insieme di stimoli che comprendono il comportamento e tutto ciò che si conosce dell’altra persona.
Cos’è l’empatia positiva e negativa
L’empatia si può anche distinguere in positiva e negativa. Si parla di empatia positiva quando la persona è in grado di partecipare alla gioia altrui, alla sua felicità. Si tratta di una compartecipazione, di un condividere la medesima emozione. Considerata in questi termini, l’empatia può essere legata alla simpatia.
Tuttavia la gioia colta attraverso la simpatia è diversa da quella percepita con l’empatia, in quanto quest’ultima sarà più intensa e coinvolgente rispetto all’altra.
L’empatia negativa invece riguarda l’esperienza di una persona che non è in grado di empatizzare con la gioia altrui, né con altre emozioni. Ciò accade a causa del suo passato, di esperienze vissute che creano una sorta di muro, di ostacolo che impedisce di condividere le sensazioni dei propri simili. Un esempio calzante è quello della perdita di una persona cara. Questa situazione causa una frattura nell'io che si trova diviso tra la tristezza e il dolore che prova e il partecipare alla felicità dell’altro.
Empatia nell’amore
L’empatia è un aspetto fondamentale delle relazioni sentimentali. Nei rapporti di coppia infatti l’essere umano non ha con l’altro uno scambio di cose materiali, ma piuttosto di se stesso, delle sue emozioni. Vi è nella coppia un desiderio di comprendersi appieno, di fondersi l’uno con l’altra. L’empatia quindi è un elemento che favorisce la crescita della relazione.
Va detto anche però che essa presenta aspetti positivi e negativi. Nel primo caso è utile per risolvere conflitti e incomprensioni. Nel secondo caso invece può incrinare la relazione perché tende a evidenziare le differenze tra i partner.
Frasi sull’empatia
Qui di seguito abbiamo raccolto una serie di frasi sull’empatia che vi faranno riflettere su tale qualità.
Haruki MurakamiA unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora piú intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità.
William Butler YeatsSe ciò che io dico risuona in te, è semplicemente perché siamo entrambi rami di uno stesso albero.
Emanuele BredaL'empatia fra le persone è come l'acqua nel deserto: si incontra di rado, ma quando capita di trovarla ti calma e ti rigenera.
Alfred AdlerVedere con gli occhi di un altro, ascoltare con le orecchie di un altro, e sentire con il cuore di un altro.
Carl RogersLa più alta espressione dell’empatia è nell’accettare e non giudicare.
Carl Gustav JungConoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri.